Il gigaro: un rapimento a lieto fine
Il gigaro puzza terribilmente. Ma di certo la pianta non intende attirare noi esseri umani, bensì gli insetti. Ad esempio, gli psicodidi (insetti che appartengono alla stessa famiglia delle mosche) amano l’odore di urina emanato dal gigaro. La loro relazione è un thriller a lieto fine in cinque capitoli.
Capitolo 1: lo scivolo
Attirati dall’odore, gli psicodidi atterrano sul petalo. Ma la pista di atterraggio è completamente ricoperta di olio e quindi gli insetti scivolano diritti verso il basso, in una sacca.
Capitolo 2: la trappola
Ora non si può più sfuggire. Infatti i peli su cui gli insetti sono appena scivolati bloccano l’accesso all’esterno. Accidenti, e presto farà notte. E freddo.
Capitolo 3: sauna
Quello del gigaro è praticamente un rapimento. Ma comunque la pianta non è di certo avara: prepara del polline per gli psicodidi. Unimpianto di riscaldamento tutto suo rende l’ambiente piacevolmente caldo. Nelle notti di primavera, nella sacca la temperatura è fino a 25° più calda rispetto all’esterno! Come per noi a casa nostra.
Capitolo 4: il polline
Perché il gigaro fa tutto questo? Il motivo è lo stesso di tutte le altre piante: sopra il nettare è sospeso del polline, che resta incollato sugli insetti . Essi provvederanno quindi a distribuirlo nel bosco.
Capitolo 5: il lieto fine
Ma se gli psicodidi restano prigionieri, tutto questo non servirà a nulla. Vero. Per questo motivo, dopo un po’ i piccoli peli appassiscono, gli insetti possono uscire di nuovo e volare verso il prossimo gigaro – e fecondarlo. Semplicemente geniale!
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